Calcio, al via dibattito pubblico sul nuovo stadio di Milan e Inter

Dal 28 settembre al 18 novembre in programma 13 incontri aperti a tutti i cittadini milanesi per illustrare i dettagli del progetto del nuovo stadio di Milan e Inter che prevede anche la demolizione completa di quello attuale

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Calcio, al via dibattito pubblico sul nuovo stadio di Milan e Inter. “San Siro non si può ristrutturare“. Il messaggio mandato da Milan Inter a poche ore dal dibattito pubblico è chiaro. Ci sono diverse ragioni che rendono quest’opera praticamente impossibile. Non ultimo il fatto che non esiste un impianto in grado di ospitare almeno 50.000 persone vicino a Milano e non si può certo pensare di giocare in un cantiere aperto, fa notare il presidente del Milan, Paolo Scaroni. Inoltre, anche qualora lo si facesse, l’impianto non sarebbe in grado di rispondere agli standard di uno stadio moderno, come invece Milan e Inter necessitano, per raddoppiare gli attuali introiti da stadio pari a circa 40 mln e avvicinarsi a quelli dei principali club europei. Solo così si può pensare di tornare davvero competitivi. Dunque Milan e Inter vogliono continuare a portare avanti un progetto sul quale lavorano da 3 anni adeguandolo anche a due riprese alle varie richieste del Comune, ma qualora dal dibattito, per quanto non vincolante, dovesse emergere la volontà della città di ristrutturare San Siro, il Milan andrebbe altrove e l’Inter anche. Comunque insieme, che sia nell’ex area Falck o da un’altra parte.

Calcio, al via dibattito pubblico sul nuovo stadio di Milan e Inter. La voglia di demolire San Siro e i motivi

La Cittadella dello Sport riqualificherebbe tutta l’area di San Siro. 280.000 metri quadrati interamente pedonali, una zona commerciale, il centro congressi, strutture sportive, gli uffici delle due società. Se l’investimento stimato a suo tempo era di circa 1,3 miliardi, ora la cifra sarà sicuramente superiore. Il rendering dà l’idea degli ingombri, come verranno riempiti verrà stabilito in fase esecutiva. Lì dove si vede lo stadio, le due società sperano ancora di poter costruire la “Cattedrale”. Magari con qualche modifica. Il tempo corre, esigenze e soluzioni cambiano. “Milano guarda avanti, è nella sua natura”. Il progetto ha già ottenuto la fattibilità e la dichiarazione di pubblico interesse, ora questo ulteriore step. Che potrebbe essere decisivo, nel far scorrere il tutto verso l’inizio dei lavori, presumibilmente fine 2024 e verso il taglio del nastro per il 2027/28, oppure nello spingere Milan e Inter altrove.

Calcio, al via dibattito pubblico sul nuovo stadio di Milan e Inter. Le parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan

Presente ieri nello “Studio Barabino” in Foro Buonaparte per una conferenza stampa a tema nuovo stadio di Milano e valorizzazione ambito San Siro, il presidente del Milan Paolo Scaroni dice la sua in merito all’area su cui costruire lo stadio: “Siamo impegnati su San Siro, pensate a quanti soldi abbiamo speso finora, oltre ovviamente a quanto lavoro abbiamo fatto. Se siamo qui è perché crediamo al progetto San Siro. Ovviamente guardiamo anche altrove perché dobbiamo avere delle alternative e poi perché magari troviamo aree con delle caratteristiche che San Siro non ha. Non abbiamo quindi piani B, ma solo diversi piani A”. Da parte del dirigente rossonero anche una chiosa sui tempi lunghi: “Se un processo decisione impiega tanti anni, è normale che in quel periodo le cose possano cambiare. Tutto cambia e si muove, non rimaniamo fermi. Di fronte a questi tempi così lunghi il mondo cambia. Il Milan ha pure cambiato proprietà. Succedono tante cose. Non dobbiamo decidere domani mattina purtroppo. Se dovessimo decidere domani, alle 7 faremmo la Cattedrale, ma non è così purtroppo. Quindi ci sentiamo liberi”. Maledetta burocrazia….