In data 27 maggio u.s. sono state pubblicate sul sito della FIGC le motivazioni del rigetto del reclamo sul caso plusvalenze.
Come anticipato la settimana scorsa la Corte Federale di Appello aveva rigettato il reclamo promosso dalla Procura federale della FIGC avverso l’assoluzione in primo grado nel caso plusvalenze.
Caso plusvalenze: la decisione della Corte Federale di Appello.
Per la Corte l’inesistenza di un metodo di valutazione del valore di un calciatore “renderebbe legittima qualsiasi plusvalenza e introdurrebbe un’anarchia valutativa” intollerabile”.
Inoltre, “È evidente che, in qualsiasi valutazione, un metodo deve essere sempre utilizzato.
Ma non si può contestare il modo di procedere perché è solo uno dei metodi ammissibili; lo si può contestare, eventualmente, solo perché quel metodo manca di determinati fondamenti“.
Tuttavia “le considerazioni del Tribunale federale, secondo cui non esisterebbe ‘un’ criterio valutativo” sono veritiere.
Di conseguenza, per il Collegio il reclamo deve essere respinto.
Caso plusvalenze: l’auspicio della Corte Federale di Appello.
Inoltre, secondo la Corte “È auspicabile individuare dei criteri attraverso i quali esaminare le modalità di formazione delle plusvalenze”.
“È fondamentale intervenire, in termini regolamentari e in tempi rapidi, sulla questione composita della definizione del valore e del prezzo di scambio, del trattamento delle plusvalenze e della valutazione del costo di acquisto del diritto negli anni successivi a quello di prima contabilizzazione.
Proprio perché il tema delle valutazioni si riflette sui bilanci di più anni è opportuno disporre anche di criteri specifici per sottoporre a verifica il valore nella società cessionaria negli anni successivi alla prima iscrizione.
Tutto questo al fine non di limitare la libertà degli scambi ma di eliminare delle potenziali storture negoziali.
Appare infatti singolare che in ambito molto regolamentato, come quello calcistico, sia carente proprio questa disciplina che assume un ruolo di massima criticità nei bilanci”.
Non resta ora che attendere le ulteriori mosse della Procura federale e della FIGC stessa.