Calcio News, è morto l’ex calciatore Freddy Rincon. Scomparso a 55 anni dopo un brutto incidente stradale avvenuto a Cali. Era stato ricoverato lunedì nella clinica Imbanaco Grupo Quironsalud in condizioni critiche, dopo violentissima collisione tra un autobus e il furgone su cui viaggiava. Era uno dei calciatori colombiani più iconici di sempre: capitano della nazionale, tre mondiali disputati, una carriera lunga 18 anni, maglie importanti indossate (Real Madrid, Napoli, Palmeiras e Santos fra le altre).La scomparsa di Freddy Rincon riconduce inevitabilmente i ricordi a un tempo lontano e colorato, gli anni ’90 dei “Cafeteros”, quella nazionale, la Colombia, che riuscì a far innamorare di sé chiunque amasse il calcio inteso come gioco, guidata in panchina dal mago Francisco Maturana.
Calcio News, è morto l’ex calciatore Freddy Rincon
Una nazionale rimasta nella storia e nell’immaginario collettivo dei supporter colombiani e degli amanti del calcio. Era davvero un incanto quella selezione: i tuffi da clown di René Higuita, le fughe di Tino Asprilla, il passo cadenzato dell’iconico Carlos Valderrama, immediatamente riconoscibile per via della folta e riccioluta chioma. Tra di loro, Freddy Rincon. Tre mondiali giocati: Italia 1990 (divenne un idolo in patria per lo storico gol contro la Germania al 90°), Usa 1994 e Francia 1998, per un totale di 84 presenze e 17 reti con la “Tricolor”.
Calcio News, Freddy Rincon “Il Colosso”
Il mondo del calcio ricorderà il giocatore per la sua velocità, abbinata alla potenza atletica. Doti che ne hanno fatto un calciatore importante. “El Coloso”, “Il Colosso”, come lo chiamavano per via del fisico scultoreo, aveva il passo da pantera e il tocco felpato, correva quasi senza sforzo, sostenuto da quel fisico possente: 190 centimetri per più di 80 chili, faceva dell’inserimento in area avversaria il suo pezzo forte. Il limite, probabilmente era la poca lucidità in area avversaria. Non aveva un ruolo ben definito, ma era in grado di ricoprire tutti i ruoli fra centrocampo e attacco. Oggi sarebbe stato definito un centrocampista “box to box”. Preferiva trovare egli stesso la posizione in campo, con quell’istinto di chi è cresciuto per strada e sa riconoscere i cambi d’umore di ogni partita.