Franck Kessie e il Milan sembrano sempre più lontani. La trattativa per il rinnovo del giocatore ivoriano è stata fermata da un ostacolo che, al momento, appare letteralmente insormontabile. Ovvero gli 8 milioni di euro i quali, almeno stando alle indiscrezioni che continuano a rincorrersi, sarebbero richiesti dal suo agente, George Atangana, per apporre la firma sul nuovo contratto.
Una cifra la quale sembra assolutamente sproporzionata alla società rossonera, che dal canto suo ha peraltro offerto 6,5 milioni di euro, uno stipendio che sembra anch’esso una sorta di pazzia. L’ennesima in un calcio ormai ostaggio dei procuratori.
Il karma bussa alla porta del Milan
Del resto, quanto sta accadendo ora sembra un semplice replay di quanto accaduto nel 2017. Quando Mirabelli e Fassone non si arresero di fronte all’accordo tra Atalanta e Roma per il giocatore e offrirono a Katangana più di quanto era disposta a dare la società giallorossa.
Un episodio ricordato da Gianluca Di Marzio e tale da porre la trattativa attuale sotto una nuova luce, quella del karma. Era infatti facilmente prevedibile che lo stesso Katangana avrebbe applicato identica logica nei confronti del Milan. Il quale si trova ora a dover competere con società disposte a dare a Kessie la cifra richiesta. Come sembra sia pronto a fare il Newcastle ora in mano ai sauditi. In un calcio ormai impazzito, la logica prevalente è ormai quella degli affari e i sentimenti non contano quasi più nulla.
La cessione di Kessie è imminente?
A questo punto, con l’approssimarsi dell’ultimo anno di contratto, al Milan restano solo due strade: accontentare il giocatore oppure cederlo già a gennaio e reinvestire il ricavato nel suo sostituto. Sempre sperando che la controparte non punti a portare a scadenza il contratto, per ricavarne il massimo tra un anno. Riproponendo quindi lo scenario che il Milan ha già vissuto con Donnarumma. Una ipotesi vista come il fumo negli occhi dalla dirigenza rossonera.