Se Haaland suona le trombe, Mbappè ha subito pensato bene di rispondere con le sue campane. L’attaccante francese del Paris Saint Germain ha già fiutato l’affare e si dichiara pronto a trasferirsi al Real Madrid nel corso della prossima estate.
La quale si preannuncia alla stregua di un festival per i procuratori e di un nuovo bagno di sangue per alcune squadre le quali, non è da dubitare, dopo torneranno a lamentarsi per la mancanza di risorse in grado di ripianare autentiche voragini finanziarie.
L’intervista di Mbappè all’Equipe
L’intervista concessa da Mbappè all’Equipe sembra non lasciare dubbi. Sia che vada al Real Madrid o che decida di rinnovare, la prossima estate sarà festa grande, per lui e il suo entourage.
Allo stesso tempo, l’attaccante sembra rassicurare il club parigino, affermando di non volersi approfittare troppo dell’approssimarsi della scadenza contrattuale. E di non voler liberarsi a parametro zero.
Rassicurazioni che, anche alla luce della vicenda Messi, sono naturalmente da prendere per quello che valgono. Ovvero meno di zero. Un gioco il quale ha potuto prendere piede solo grazie alla mancanza di regole vere in un calcio ormai impazzito come quello europeo. Ove in particolare agli emiri è stata lasciata la possibilità di muoversi come meglio credono.
Le stranezze del Paris Saint Germain
Negli anni passati, l’UEFA ha pensato bene di stangare qualche piccolo club, vietandogli la partecipazione alle coppe europee. La pantomima del Fair Play Finanziario, però, non ha mai osato toccare i santuari del calcio continentale. I quali si sono indebitati a dismisura, come il Barcellona, ormai sull’orlo del fallimento.
Al Paris Saint Germain hanno pensato bene di muoversi preventivamente, per aggirare qualsiasi regola. Puntando forte sul doping finanziario, attività in cui il club parigino ha dimostrato di sapersi muovere bene.
Come dimostra la vicenda del suo fan token, grazie al quale il PSG ha potuto mettere a bilancio entrate per 121 milioni di euro. Una cifra nettamente superiore a quella cumulata ad esempio dal Barcellona e con un numero di utenti irrisorio rispetto a quello dei catalani. E intanto l’UEFA continua a fare scena muta di fronte a queste prodezze.