Inter, il passivo di bilancio è da record

Ben 245,6 milioni di euro, cifra più alta di ogni epoca in Italia

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L’Inter ha reso noto il bilancio della stagione 2020-21. Se era prevedibile una chiusura in rosso, anche pesante, sono però le dimensioni della perdita a stupire. Sono infatti ben 245,6 i milioni di euro persi dalla società nerazzurra nel corso della passata stagione. Un vero e proprio record per il nostro calcio, letteralmente coventrizzato dall’arrivo del Covid e dalla necessità di chiudere gli stadi conseguita alla pandemia.

Una perdita inquietante, non tutta imputabile al Covid

Se è vero, però, che le conseguenze del lockdown prolungato degli stadi si sono rivelate pesantissime, neanche questo basta a spiegare una perdita di questo genere. La quale è destinata a seminare non poca inquietudine, soprattutto se si va a sommare il buco di bilancio alla situazione del Gruppo Suning.
In pratica, sarebbero 110 i milioni di perdita imputabili direttamente al Covid. Per il resto il grosso del rosso è stato causato dalla buonuscita accordata ad Antonio Conte (30 milioni) e dalle minusvalenze create dalla svalutazione di alcuni giocatori, in particolare Radja Nainggolan e Joao Mario.

Alcuni motivi di consolazione

Nella relazione che è stata diramata, sono però presenti anche alcuni motivi che possono suonare a consolazione della tifoseria e degli azionisti. In particolare spicca il fatto che nonostante le dolorose cessioni estive (quelle di Romelu Lukaku e di Achraf Hakimi), la squadra è riuscita a mantenere una certa competitività.
L’altro motivo che può confortare è quello relativo all’arrivo di nuovi contratti di sponsorizzazione, i quali hanno generato ricavi per 35 milioni di euro. Ovvero i soldi versati da Socios.com, DigitalBits e Lenovo, in un momento in cui molte squadre della Serie A faticano a trovare uno sponsor da poter esibire sulla maglietta di gioco.
Resta però la necessità di proseguire nella politica di contenimento delle spese. Indicata come l’unico modo per poter consolidare un bilancio il quale potrebbe richiedere nel futuro nuove cessioni di spicco.