Matteo Spagnolo: è nata una stella?

Per il diciottenne di Cremona 23 punti in 24 minuti giocati

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Matteo Spagnolo

La Dinamo Sassari è passata per 98 a 87 nella gara di Supercoppa italiana disputata sul terreno di Cremona. La gara, però, è stata caratterizzata dalla straordinaria performance di Matteo Spagnolo.
La diciottenne guardia dei padroni di casa, arrivato in prestito dal Real Madrid, ha infatti messo a segno 23 punti nei 24 minuti giocati, cui ha aggiunto quattro assist. Tirando ottimamente dal campo, con un eloquente 10 su 15, cui ha aggiunto una regia che testimonia sulle sue grandi capacità.

Il giudizio di Peppe Poeta

Ci sono molte attese su Spagnolo. Testimoniate dal fatto che il ragazzo già gravita nell’orbita della Nazionale maggiore. Per capire meglio la fiducia di cui è fatto oggetto, basterebbe riportare il giudizio di Peppe Poeta, il suo capitano. Il quale non ha avuto eccessive remore nell’affermare che con il giovanissimo brindisino l’Italia potrebbe aver trovato il playmaker per i prossimi 15 anni.
Un giudizio estremamente impegnativo, suffragato però da ogni uscita del giocatore. Che nella gara contro Sassari ha letteralmente rubato l’attenzione di tutti, tenendo praticamente da solo in partita la sua squadra, contro avversari notevolmente superiori.

A chi assomiglia Matteo Spagnolo?

Formatosi nell’Aurora Brindisi, Spagnolo è poi entrato a far parte di uno dei migliori vivai italiani, quello della Stella Azzurra di Roma. Ove ha esordito in Serie B ad appena 14 anni, per poi firmare il contratto che lo ha legato al Real Madrid nel 2018.
I paragoni su di lui si sprecano, ma ce n’è uno che continua a girare nell’ambiente, da parte degli appassionati meno giovani, quello con Pierluigi Marzorati, l’indimenticato regista dei tempi d’oro di Cantù. Ispirato dall’ottimo tiro da fuori, dalla grande velocità e da un terzo tempo che spesso non lascia scampo alle difese avversarie.
Naturalmente il settore tecnico delle Nazionali conta molto su di lui, che potrebbe formare una coppia straordinaria con Nico Mannion, in attesa di un altro giovanissimo come Paolo Banchero. Il futuro del basket italiano, con questa batteria di giovanissimi, sembra effettivamente assicurato.