Chievo: addio al professionismo

Vano anche il secondo ricorso alla Covisoc. Pesano come macigni le inadempienze con il Fisco

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Il Presidente del Campedelli, Presidente del Chievo destinato all'addio al professionismo

Il Chievo Verona ad un passo dall’addio al professionismo. E’ davvero il caso di dire che le belle favole non sempre si concludono con un lieto fine. Sed lex, dura lex: il passato, seppur celebre, con i successi maturati sul campo, si cancella in un solo istante per lasciare il posto al più sconfortante dei declassamenti. Un triplo salto nel vuoto che lascia l’amaro in bocca, quello del Chievo Verona, tristemente costretto ad abbandonare la serie B perchè ritenuto non in regola con il fisco.

Il colpo di mannaia della Covisoc si abbatte sulla società veronese e taglia le gambe, anche in seconda istanza, alle speranze del Presidente Campedelli. E ora solo un alquanto velleitario ricorso al Coni, dall’esito assai complesso, potrebbe restituire ai clivensi la permanenza nel professionismo, che di fatto vien cancellata in un batter d’occhio.

Rischia davvero di finire qui l’avventura nel calcio che conta del Chievo Verona, di certo una delle realtà provinciali più apprezzate in assoluto dell’ultimo ventennio.

Dopo la bocciatura della Covisoc, è ora arrivata la conferma ufficiale, dato che la rateizzazione dei debiti con il fisco non è in regola. Questo problema con l’agenzia delle entrate dunque non è stato sistemato a dovere, visto che il club veneto non avrebbe saldato alcune rate.

Dopo aver rimediato negli ultimi giorni ai pagamenti, però, avrebbe voluto ripristinare quell’accordo, che però per il Fisco sarebbe stato ormai decaduto da tempo. La bocciatura nasce proprio da questa condizione con il Chievo indietro di una cifra considerevole, circa 20 milioni di euro.

Chievo: la strada da percorrere per scongiurare l’addio al professionismo

Ora la società di Luca Campedelli ha una sola strada da percorrere se vuole evitare il peggio: deve far valere le sue ragioni presso il Collegio di Garanzia del Coni.

Il calcio italiano, nell’ennesima estate calda delle grandi esclusioni, piange anche le defezioni dal professionismo di Casertana, Novara, Carpi, Paganese e della già da tempo febbricitante Sambenedettese.

Una favola tra i professionisti che nessuno potrà mai dimenticare

La promozione in serie A al termine della serie cadetta 2000-2001, i fasti dei primi anni nel calcio dei grandi con Gigi Del Neri in panchina e infine la qualificazione alla prima storica coppa Uefa. Ma il ciclo non si conclude qui e dopo una fugace retrocessione e il ritorno in serie A nel 2008, arrivano altre 11 incredibili stagioni consecutive nell’olimpo del calcio italiano.

Chievo: tante le stelle di prima grandezza con la maglia gialloblù

I goal di Bernardo Corradi, la lucida regia e i piedi buoni di Eugenio Corini, le folate sulla fascia di Luciano alias Eriberto e di Christian Manfredini, le qualità tecniche di un Perrotta che poi farà la fortuna della Roma e della nazionale. Del Neri si inventa un miracolo e con lui i “Mussi” toccano l’apice soprattutto come qualità di gioco. Impossibile dimenticare.