Petrachi ha deciso di dire la sua dopo il caos Roma. L’ex direttore sportivo della Roma si è rivolto all’Ansa ed ha spiegato mediante una lettera, due mesi dopo dall’avvenimento, tutto quello che è accaduto prima della conclusione del rapporto con i giallorossi. La situazione ha sconvolto i tifosi romanisti, sembrava essersi trovato bene. Poi, improvvisamente tutti contro tutti. Hanno ceduto persino gli equilibri di un team che sembrava solido. L’ex direttore sportivo ha affermato che il suo obiettivo è sempre stato difendere la squadra. Lo ha fatto alzando un muro e lottando per i suoi uomini, perchè riuscissero a raggiungere vette alte, forti ed uniti. La collaborazione tanto cercata però non c’è stata, si è ritrovato a combattere da solo. Lo stesso gruppo da lui difeso gli ha voltato le spalle lasciandolo in difficoltà.
Petrachi, la richiesta a Pallotta di escludere le spie del gruppo non è andata a buon fine
Tutto ciò lo ha portato a stracciare gli accordi presi. In un primo tempo aveva chiesto aiuto a Pallotta sperando in un suo intervento deciso, allontanando coloro che, secondo prove certe, avrebbero potuto creare problemi e mettere in difficoltà tutta la squadra. Internamente secondo le affermazioni del direttore sportivo c’erano degli elementi che violavano la regola del segreto dello spogliatoio e del campo. E come se non bastasse in molti avevano cercato anche di rompere gli equilibri interni della squadra.
Bugie e spia, il club non è ciò che i tifosi meritano
Un esempio il litigio del tutto inventato, tra lui e Dzeko. Altri invece si sono resi capaci di rendere pubblico l’esperimento di difesa a tre di Fonseca. Per poi finire con l’infortunio di Pellegrini. Una squadra vera non si tradisce, è unita e rimane tale soprattutto nei momenti di debolezza e difficoltà. E la Roma che ha conosciuto lui, dice, non è una Roma di cui andare fieri.