Tra rimpianti e speranze, Balotelli spegne 30 candeline
Chissà se, soffiando sopra quelle trenta fiammelle luccicanti, Balotelli avrà il coraggio di pensare a quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Uno dei talenti più puri, cristallini del calcio italiano, che così poco ha saputo dare alla storia di questo sport.
Da eterna speranza, oggi Supermario compie un giro di boa che segna senza dubbio l’animo di ogni uomo ma che, da sportivo, rappresenta ancora di più il Rubicone tra ciò che è stato e ciò che poteva essere. Eppure, a guardarlo negli occhi, non si riesce a condannarlo fino in fondo.
Un peccato, sicuro, perché quando il Dio del calcio ti ha donato quella scintilla, quella polvere magica che ti fa accarezzare il pallone come pochi, sembra quasi un dovere morale portale rispetto. Un dovere che si porta verso chi vorrebbe, e invece non può. Ma nello stesso cielo, un Dio diverso deve avergli fatto un brutto scherzo. Così al dono del primo, si contrappone la maledizione scagliata dal secondo, che disfa crudelmente ogni notte la tela fatta con pazienza ogni giorno.
Balotelli il predestinato
Nato a Palermo da genitori Ghanesi ma cresciuto a Brescia, Mario Balotelli inizia la carriera collezionando record e bruciando le tappe: esordisce tra i professionisti, in C1 col Lumezzane, a soli 15 anni; a 17 firma il suo primo goal in serie A con la maglia dell’Inter, rimanendo negli annali come il calciatore nerazzurro più giovane a segnare in Champions League. Non solo l’Inter, ma anche la nazionale italiana sogna, pregustando le gesta di quello che sembra essere il giovane talento destinato a scrivere grandi pagine nella storia del calcio.
E invece la carriera di Mario scivola via così, tra lampi di magia contornati da ampi spazi di mediocrità. Una rabbia verso il mondo, incomprensibile a noi comuni mortali, che lo porta a distruggere sistematicamente tutto ciò che con fatica ha costruito. Il demone di una eterna insicurezza che lo porta a sfidare continuamente il mondo, i compagni, gli allenatori, i tifosi, in una lotta interminabile con un mostro che probabilmente vive solo dentro sé stesso.
Le nuove sfide di Supermario
Un tempo 30 anni segnavano la fine di un calciatore…oggi, per fortuna, il tempo sembra essere più clemente con gli atleti. E di campioni che hanno superato gli -enta ce ne sono ancora diversi in circolazione. Chissà che per Balotelli questo non sia l’inizio di una nuova era, dove la maturità possa sopire i demoni che lo hanno frenato fino ad oggi. Besiktas e Cluj lo stanno corteggiando, e con loro le sirene della Champions. Per mantenere le promesse, forse, c’è ancora un po’ di tempo!!