Gabi Mudingayi intervista in esclusiva a SuperNews

“Lazio stagione strepitosa. L’Atalanta può passare il turno contro il PSG”

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SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Gabi Mudingayi, ex centrocampista del Torino, del Bologna, ma anche di Lazio e Inter. Abbiamo fatto qualche domanda relativa al suo esordio nel calcio italiano con la maglia del Torino, al suo cambio di rotta in direzione Lazio, squadra della quale si definisce “tifoso”, fino all’esperienza con l’amata Bologna e quella in nerazzurro dal 2012 al 2014, condizionata da un bruttissimo infortunio. Il giocatore belga si è infine espresso sugli imminenti appuntamenti di Champions League e sul finale di questa stagione calcistica.

Sul suo esordio nel calcio italiano con il Torino nel 2004
Ho avuto la fortuna di arrivare in Italia e di trovarmi subito bene. Arrivato al Torino, che in quell’anno lottava per conquistare la Serie A, ho avuto modo di conoscere grandi giocatori, con cui ho avuto subito grande intesa dal punto di vista calcistico. Ho imparato a conoscere la cultura italiana e mi sono ambientato con grande facilità. Sono stato così bene tanto da chiedere il rinnovo del mio contratto biennale. Ho tantissimi bei ricordi legati al Torino, uno tra i tanti quello della vittoria del campionato e la promozione in A. Ho imparato ad amare l’Italia grazie al Torino.

Sull’esperienza alla Lazio nel 2005
Sono arrivato alla Lazio dalla Serie B, ho dovuto imparare a conoscere il campionato di Serie A giocando in questa grande società. Valuto molto positivamente la mia esperienza con la maglia biancoceleste, i tifosi mi scrivono e mi ricordano con affetto.

Il Bologna è stato il club con cui hai collezionato più presenze, ben 125 dal 2008 al 2012. La consideri la squadra che ti ha fatto crescere calcisticamente di più?
Il Bologna è stata la squadra che mi ha dato continuità di gioco. Anche nella Lazio ho giocato tanto, ho disputato 79 gare, ma purtroppo sono stato costretto a fermarmi per un anno a causa di un infortunio. Con i rossoblù, non avendo subìto infortuni, ho avuto modo di giocare più spesso.

Perché hai lasciato il Bologna?
Ho avuto l’opportunità di giocare altrove. In accordo con la società bolognese, abbiamo deciso di fare questo passo. Sono stato benissimo al Bologna, sono andato via solo ed esclusivamente per fare una nuova diversa esperienza calcistica.

Cosa ne pensi del Bologna di Sinisa Mihajlovic?
E’ una bellissima realtà, con tanti giovani talentuosi e con un allenatore che riesce a dare un’identità alla squadra. Scendono in campo sempre e solo per fare risultato, anche con le grandi. Giocano sempre dando il massimo.

Sull’esperienza con la maglia nerazzurra
Mi viene spesso chiesto: “Come mai non hai giocato tanto all’Inter?”. Probabilmente, molti non sanno del mio grave infortunio al tendine d’Achille, dopo sole venti partite giocate, che mi ha costretto fuori dal campo per un anno e mezzo. Quando a trentadue anni rimani fermo per un anno e mezzo, una squadra come l’Inter non ti aspetta. Ho il rimpianto di non aver giocato di più in una squadra così importante. Sono rimasto a Milano per due anni, poi ho deciso di andare via. Non riuscivo a giocare, il tendine non mi dava tregua.

Sul percorso dell’Atalanta in Champions League
Credo che l’Atalanta abbia tutte le carte in regola per poter passare il turno. L’unico fattore a suo sfavore potrebbe essere la sua inesperienza in questa particolare competizione. Questa potrebbe essere l’unica cosa che potrebbe penalizzarla, perché di fatto i nerazzurri sono davvero bravi, sanno tenere bene il campo e sono guidati da un allenatore che ha saputo dar loro una precisa identità.

Cosa ne pensi di questo finale di stagione? Qual è la squadra che ti ha sorpreso di più?
Da tifoso della Lazio, considero strepitosa l’annata disputata dai biancocelesti, nonostante la classifica finale che li relega al terzo-quarto posto. Le due squadre che mi hanno impressionato sono state Lazio e Atalanta, per il loro modo di interpretare il calcio e di stare in campo. Un occhio di riguardo lo merita anche la stagione del Bologna, che seguo con affetto.



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