UE tassa i vini italiani , proteste

Tempo di lettura: 2 Minuti
72
notizie sportive

ItaliaOggi

Il segretario generale dell’Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti

Il segretario generale dell’Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti

Homepage

Settori

Agroalimentare

Commissione Ue, più tasse su vino e alcolici per scoraggiarne il consumo

La commissione lavora a inasprire le accise e a introdurre un freno alle vendite transfrontaliere. Vuole alert salutistici sulle bottiglie e una stretta alla réclame

 

di Luigi Chiarello

 

10/02/2025|Aggiornato il 10/02/2025

 

Iscriviti a TempoReale

il tuo indirizzo email

Più tasse sul calice di vino, che torna nemico dei salutisti. O, quantomeno, di quanti credono che anche una sola goccia del nettare di Bacco possa causare il cancro (in base ai dettami dell’Oms). Il cinque febbraio scorso è stato pubblicato un nuovo documento di lavoro, adottato dalla commissione Ue dal titolo: “Review of Europe’s Beating Cancer Plan”.

 

Il precedente

Si tratta di un’edizione riveduta e corretta del medesimo piano (Beca) che tre anni fa proponeva di rendere la vita difficile al commercio di vino, applicando etichette allarmistiche sulle bottiglie (health warnings).

 

L’Europarlamento bocciò quell’approccio draconiano (ma la commissione europea acconsentì al varo delle avvertenze in Irlanda per contrastare il diffuso alcolismo).

 

Bruxelles ci riprova

Ora, dopo un triennio, le proposte avanzate da Bruxelles sono ancora più incisive. Infatti, l’esecutivo europeo è al lavoro per:

 

inasprire la tassazione degli alcolici, vino incluso, mediante una modifica dell’articolo 32 della direttiva del Consiglio 92/84/CEE, oggi in vigore, relativa alle aliquote fiscali sugli alcolici, che fissa una quota minima di accisa pari a zero euro per il vino e altre bevande fermentate;

limitare le vendite transfrontaliere;

introdurre avvertenze sanitarie su tutte le bevande alcoliche e regolamentare la loro pubblicità, mediante un inasprimento delle restrizioni già previste dalla direttiva sui servizi di media audiovisivi (AVMSD). Che ora assicura che gli annunci sugli alcolici non incoraggino un consumo eccessivo e non siano indirizzati ai minori

Le reazioni dei produttori

Coldiretti ha minacciato di scendere in piazza: «Contro la follia tutta ideologica delle etichette allarmistiche sul vino per tutelare i 240mila viticoltori italiani che offrono opportunità di lavoro lungo la filiera per 1,3 mln di occupati». Mentre il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, ha commentato: «La sensazione è che nell’Ue la mano destra non sappia cosa faccia la sinistra: il commissario Ue alla salute, Olivér Várhelyi, in audizione in parlamento europeo, aveva detto che gli health warning non sono una priorità della nuova commissione». Poi la richiesta: «Stati Ue ed europarlamentari italiani blocchino in sede di consiglio e parlamento un documento redatto senza consultare gli stakeholder. Sarebbe un esordio choc della nuova legislatura per un settore che per l’Ue vale oltre 100 mld di euro e mln di posti di lavoro».

 

Il quadro fiscale in vigore

Come detto, la direttiva aliquote fiscali sugli alcolici fissa aliquote minime d’accisa. Al di sopra di esse, gli stati sono liberi di stabilire le proprie aliquote nazionali ai livelli che ritengono più appropriati. E possono usare il gettito per obiettivi di politica sanitaria. Le aliquote minime hanno tre target:

 

sostenere l’efficace funzionamento del mercato unico per alcol e bevande alcoliche;

sostenere la capacità degli stati di riscuotere entrate;

ridurre al minimo le possibilMercato del lavoroi distorsioni indotte dalle imposte.