Breakdance: Tra Arte, Sport e Identità

Il racconto di Francesco Zingarelli, un ballerino che ha trasformato la breakdance in una passione e una carriera, tra sfide, competizioni e sogni per il futuro.

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La breakdance è più di una semplice danza: è un’esplosione di energia, una sfida contro la gravità, un modo per raccontare sé stessi senza bisogno di parole. Nata nei ghetti di New York negli anni ’70, si è evoluta fino a diventare un fenomeno globale, capace di unire culture, generazioni e stili di vita diversi. Oggi, con il debutto ufficiale alle Olimpiadi di Parigi 2024, la breakdance non è più solo una forma di espressione artistica, ma anche uno sport riconosciuto, con atleti che spingono il proprio corpo al limite per creare movimenti spettacolari e unici. Ma la breakdance è anche inclusione. È una disciplina che non conosce barriere, che permette a chiunque di esprimersi, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche. La sua essenza risiede nella libertà, nell’improvvisazione e nella continua ricerca del miglioramento. Abbiamo voluto approfondire tutto questo con Francesco Zingarelli, ballerino con 24 anni di esperienza, che ci ha raccontato il suo percorso, la sua visione della breakdance e le sfide di chi, come lui, ha fatto di questa disciplina il proprio stile di vita.

Ciao Francesco! Raccontaci il tuo percorso nella breakdance: come hai iniziato e quali sono stati i momenti più importanti della tua carriera?

“Mi chiamo Francesco Zingarelli, ho iniziato a ballare break dance grazie ai miei compagni avevo 13 anni quando ho iniziato a ballare, i momenti più belli della mia vita sono quando ballo breakdance. Negli eventi è gare, perché quando ballo è come se non ci fosse nessuno intorno a me.Quando sento partire le basi e come se fossi da solo e ballo”.

Hai mai pensato di partecipare ad Amici di Maria De Filippi? Credi che possa essere una buona opportunità per un breaker?

“Avrei voluto tanto partecipare ad Amici di Maria de Filippi ancora adesso voglio farlo, secondo me è una grandissima opportunità per un breaker perché si metterebbe in gioco con gli altri ballerini”.

La breakdance è da sempre considerata un’arte, ma con il debutto alle Olimpiadi di Parigi 2024 viene riconosciuta anche come sport. Tu come la vedi?

“Secondo me rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Parigi, sarebbe una grandissima soddisfazione per tutti i breaker perché ballano contro altri ragazzi forti e imparano nuove mosse”.

L’inclusione nella danza è un tema sempre più discusso. Pensi che la breakdance possa essere accessibile anche a persone con disabilità?

“Ovvio che si”.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri nella danza e cosa consiglieresti a chi vuole avvicinarsi alla breakdance?

“Io vorrei diventare il più forte di tutti i ballerini e vorrei farmi conoscere da tutto il mondo, voglio che parlino di me e voglio rendere felici i miei nonni che non ci sono più. Per i ragazzi che si vogliono avvicinare alla breakdance, devono avere tantissima passione per il ballo, poi fare molto stretching, allenare tutto il corpo e allenarsi ogni giorno con i passi per migliorare e diventare forti”.